Fidanzatini che passeggiano tra i ferri arrugginiti, bambini che giocano a palla, una donna che prende il sole sul lettino, accanto ad una rete metallica che cade a pezzi. Aveva del surreale il quadro che si poteva ammirare domenica pomeriggio alle Grotte di Nerone, nel tratto di spiaggia libera che si trova sotto al cantiere mostro che ha deturpato la zona più bella di Anzio. I lavori all’antico porto neroniano sono bloccati da mesi, a causa di un’interdizione antimafia che pendeva sulla ditta di Minturno che stava realizzando l’intervento. L’area è stata interdetta, ma il divieto di transito, in vista della stagione estiva e dell’afflusso dei bagnanti, lascia molto a ridire.
C’è un cartello, all’inizio del cantiere sul molo, che vieta severamente di avvicinarsi ai cigli degli scavi. Poco più avanti però, finita la rete che transenna l’area, basta salire sugli scogli per fare una bella passeggiata sul molo. Sulla destra, lato scogli, una serie di spuntoni metallici, pericolosissimi, soprattutto per i tanti bambini che frequentano la spiaggia e si arrampicano ad ogni angolo per giocare ed esplorare il mare. I bagnanti passeggiano tranquilli, incuranti del pericolo. Due ragazzi sono sdraiati proprio sotto la rete che delimita l’area del cantiere. Si scambiano effusioni, gettando uno guardo agli spuntoni.
Al di sotto del pontile, una donna prende il sole sul lettino. A pochi metri dai secchielli e dalle palette, un’altra rete metallica sorretta da paletti di ferro, appuntiti e arrugginiti al punto giusto, a portata di chiunque. Tutto ciò come fosse la cosa più normale del mondo, mentre i bambini scorrazzano sulla sabbia a rischio di ferirsi o finire in ospedale.